Sydney

Sydney Opera House e dintorni

La visita alla capitale non ufficiale dell’Australia inizia dal posto più classico e che fortunatamente dista pochi minuti a piedi dal nostro hotel: Circular Quay, ovvero i moli da cui partono traghetti e imbarcazioni commerciali e la Sydney Opera House. Il panorama è in parte rovinato da un’enorme, la più grande che abbia mai visto, nave da crociera attraccata al molo ma comunque il famoso ponte e la baia che ogni capodanno vediamo nei notiziari sotto i fuochi d’artificio sono immediatamente riconoscibili. La Sydney Opera House è senz’altro una costruzione affascinante, sia per la posizione che per la forma a conchiglia dei suoi tetti. Decidiamo di dedicarle una visita guidata all’interno (non proprio economicissima) che non ci lascia del tutto soddisfatti: l’impianto audio wireless delle cuffie con cui sentire le spiegazioni della guida si guasta quasi subito ed una delle due sale è completamente oscurata perché stanno studiando le luci di un Grand Ballet. Se posso dare un consiglio quindi evitate questo giro e piuttosto cercate un biglietto a buon prezzo per qualche spettacolo serale (noi eravamo in dubbio se prendere i biglietti per un concerto di Rachmaninov ma temevamo che il jet-lag ci facesse abbioccare magari anche russando!).

Preso conoscenza che il cibo non è proprio tra i più leggeri (Chicken Schnitzel e chips impanati e fritti), terminiamo la visita di questa parte di città girando sotto e sopra il Sydney Harbour Bridge e per il quartiere The Rocks, che dovrebbe essere la parte “storica” della città… va beh, così come agli americani, lasciamoglielo credere :-)

Le spiagge

Insieme alla visita dell’Opera House, l’altra escursione che viene sempre proposta è il giro in barca della baia (con o senza pranzo).  Non sarà questo il primo sito a consigliare un’alternativa molto più economica che è quella di prendere il ferry di linea per Manly che costa solo 7$ e che permette nei 30 minuti di navigazione di farsi un’idea della baia. La spiaggia di Manly e i suoi dintorni sono poi una visita interessante. Vediamo per la prima volta come il surf sia una vera e propria istituzione: gente che tavola sotto il braccio prende il traghetto e va a farsi due surfate magari in pausa pranzo. E le onde in effetti invitano, a chi ci sa andare, a praticare questo sport. Sulla spiaggia scolaresche che fanno attività fisica, campi da volley e ciclabili condivise tra bici e skateboard. Per essere autunno fa ancora caldo e pensare che noi in ottobre (l’equivalente del loro aprile) tiriamo fuori i pattini da ghiaccio, fa un po’ specie…

Tornati a Circular Quay col ferry, decidiamo di visitare l’altra spiaggia più nota, ovvero Bondi. Dopo un lungo peregrinare in cerca del biglietto del bus (il 380 o il 333) ci viene spiegato che ormai le corse singole non si vendono più e che bisogna comprare la carta ricaricabile Opal e usare questo mezzo. Peccato che la carta con la prima ricarica costi 10$, mentre il biglietto a/r per Bondi ne sarebbe costati 7! A saperlo prima l’avremmo dovuta prendere in anticipo e usarla anche per il ferry della mattina.

Dopo 45 minuti di trafficato tragitto arriviamo quindi all’estesa spiaggia e lungomare erboso dove ancora una volta notiamo il “no-worries” degli australiani… ma questi non lavorano?? Sono le 13 e il mare pullula di surfisti...chissà in estate come sarà. Bondi è anche il punto di partenza per una lunga passeggiata sulla costa fino a Coogee (in tutto sono 6+6 km); dopo una centrifuga in un piccolo bar sulla spiaggia gestito da un italiano, ne percorriamo solo due tratti fino al sobborgo di Bronte scattando mille foto al litorale e alle evoluzioni dei surfisti. Stesso bus per il ritorno questa volta però “deliziati” da un’aria condizionata a 15°!! Che all’autista (donna) venga moltiplicato per 10 l’effetto che ha avuto sul mio intestino :-)

Shangri-La Hotel

Hotel molto grande che già all’entrata dà l’impressione di uno stile un po’ avanti con gli anni (e la camera lo confermerà). In realtà è proprio solo lo stile in quanto i materiali e la condizione sono perfetti e non vi è sintomo di anzianità. Stanza al 20° piano molto grande con entrata (divanetto e tv), grande camera da letto e altrettanto grande bagno (ottima la doccia sia come getto che come regolazione del calore, ci sarei stato sotto ore). La vista, pur essendo opposta a quella verso il Quay e l’Opera House è comunque molto gradevole e piacevole e dà sulla baia; purtroppo la strada sotto è molto trafficata, i vetri insonorizzati sarebbero riusciti a trattenere il rumore delle vetture ma non quello del cantiere che stava rifacendo una parte di carreggiata. Se le enormi vetrate sono molto piacevoli per la vista, lo stesso non si può dire per l’isolamento termico, ché la notte era tutto un stare sotto le coperte anche con la testa visto che la temperatura scendeva molto.

Colazione molto ricca e variegata sia per la parte continentale che quella australiana/asiatica (noi l’avevamo inclusa, non so quanto sia il costo extra ma immagino alto). Dispiace che la cura nello sparecchiare la tavola degli ospiti precedenti sia a dir poco superficiale: in pratica si mangia su un tavolo nudo appiccicoso e sporchino (le tovagliette anche di carta non sanno cosa sono, non solo qui!), idem per il pavimento dove la suola si attacca ad ogni passo. Non abbiamo provato la SPA, la piscina e i due bar roof-top… peccato, magari con più tempo a disposizione poteva valere la pena. Posizione ottima a 5 minuti da Circular Quay e volendo dalla stazione di Wynyard dove prendere il treno da/per l’aeroporto.

 

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