Madagascar - Tsarabanjina

Tsarabanjina

19-26 settembre 2011

Spiaggia Nord Era destino che il 2011 fosse votato all'insegna della vacanza balneare e in posti esotici. Dopo l'esperienza di Vakarufahli di giugno, non era nostra intenzione ripetere lo stesso tipo di soggiorno, ma una serie di circostanze (di lavoro e di infortuni) ci hanno precluso dei tour itineranti e di lunga durata. La scelta per una meta con bel tempo in settembre, spiagge poco affollate e possibilmente con bei fondali da esplorare è caduta sul Madagascar (già nella wish-list per un tour sugli altipiani e nei parchi del Sud che abbiamo appunto dovuto rimandare). Con pochi giorni di preavviso e grazie al mio privato "Daniela-Tours" (grazie!!), prenotiamo quindi per questa fantastica isoletta sperduta, posta a 70km dalla costa di Nosy Be: Tsarabanjina è il suo nome.

Bungalow #20 Dopo un volo di andata infinito (da Malpensa con scalo a Roma -previsto-, ma non quello a Zanzibar per cambio equipaggio), ci attende un quarto d'ora di pulmino e soprattutto un'abbondante ora e mezza di barca veloce. Alla fine da quando siamo usciti di casa a quando abbiamo poggiato i piedi sulla sabbia dell'isola sono passate 24 ore! Ne è valsa la pena, ci chiedevamo? La risposta sarà più che affermativa!

L'isola è composta da un ristorante/bar , una zona reception e da 25 bungalow posti metà sulla spiaggia nord e metà su quella sud; le "casette" in legno e arredate semplicemente in stile malgascio sorgono davanti alla lingua sabbiosa e al limitare di un "bosco" di palme e vegetazione tropicale che ricopre tutta la parte bassa dell'isola.

Spiaggia Nord Noi veniamo destinati alla spiaggia nord (unici tra il gruppo di arrivi di quel giorno) e come era capitato alle Maldive la sorte ci ha premiato in fatto di isolamento e tranquillità. Mentre infatti la spiaggia sud è "piatta" e con le camere prospicienti la spiaggia (ed è per quello che viene riempita per prima e destinata agli ospiti italiani), i bungalow della nord sono in posizione più elevata rispetto alla battigia e per scendere all'ombrellone si devono fare una decina di gradini (terribile eh??). Il vantaggio però è che non essendo l'isola completamente piena, sulla nostra spiaggia siamo rimasti per alcuni giorni completamente da soli e nei restanti con un paio di altre coppie (parliamo di 6 persone su mezzo km di sabbia !!); se penso agli ombrelloni delle nostre Riviere che si toccano l'uno con l'altro...

Spiaggia Pescatori Oltre a sdraio, stuoini e ombrellone adeguamente preparati ogni giorno dal room-boy, le possibilità di relax erano numerose: davanti alla camera una bella veranda con una poltrona in tela sospesa e soprattutto con una favolosa amaca (dopo pranzo all'ombra e con la brezza che veniva dal mare era impossibile non farci dentro un pisolino); una pedana con altre due sdraio sotto una palma e una splendida panchina/dondolo ancorata ad un albero offrivano inoltre l'imbarazzo della scelta.

Il mare offriva dei colori incredibili e ogni mattina svegliarsi vedendo quel contrasto di colori supersaturi (azzurro del cielo, verde/azzurro/blu dell'acqua, nero della roccia vulcanica, verde della vegetazione lussureggiante e il bianco abbacinante della finissima sabbia corallina) era uno spettacolo incredibile... la luce e i colori di Tsarabanjina saranno sicuramente il mio ricordo più indelebile.

Diving Dentro il mare una bella varietà di coralli e pesci tropicali da ammirare con pinne e maschera anche se i punti migliori si sono rivelati quelli a pochi minuti di barca che era a disposizione ogni mattina per lo snorkeling di gruppo insieme alla biologa Elena. La vera sorpresa però sono state le immersioni; notoriamente il Madagascar del Nord e la zona di Nosy Be non sono famosissimi per essere dei gran dive-spots e anche se il depliant del Lodge prometteva bene ero partito con poche aspettative.

Invece il canale di Mozambico con i suoi quattro "Frère" (4 "fratelli" faraglioni vulcanici che si ergono a circa 15 minuti di barca dall'isola) si sono rivelati all'altezza, se non superiori, di siti ben più rinomati. La scarsa frequentazione di sub (solitamente ero solo io e il bravissimo divemaster siculo Riccardo) infatti ha preservato l'estesa barriera corallina e soprattutto favorito la quantità di pesce presente in acqua. Un branco di pesci anthias così esteso e fitto (neanche un fish-eye da 180 gradi lo avrebbe ripreso interamente) non penso si trovi da molte altre parti, e poi dove vi capita, nello stesso giorno, di vedere una balena, delfini e di nuotare insieme ad uno squalo balena??

Mitsio Ma anche chi non ama l'ambiente acquatico non ha di che annoiarsi; uno pensa che in un'isola che si gira in poco meno di un'ora (non perché sia grande ma perché camminare su rocce vulcaniche, si va lenti) non ci sia niente da fare invece il programma giornaliero era quasi troppo fitto. Oltre al classico Tea Time delle 17 prerogativa di tutti i Tclub (ma qui il the freddo alla vaniglia e cannella made in Tsarabanjina era un plus), si poteva fare dello sci nautico, pagaiare su canoe, giocare a tennis/pingpong/pallavolo, fare passeggiate botaniche o "scalate" sulla parte montuosa, andare in barca a fare birdwatching nei siti dove nidificano aquile di mare, fregate e sule, fare pesca al bolentino o partecipare a vere e proprie escursioni a Nosy Komba o a Mitsio. Noi abbiamo scelto quest'ultima, un pomeriggio nella grande isola a mezz'ora di navigazione dove oltre a bellezze naturali (una scogliera chiamata "canne d'organo", un piccolo baobab, non comune nel nord del paese e ahimé deturpato da una testa di c..., una spiaggia strapiena di paguri) si entra a contatto con un piccolo villaggio abitato da indigeni che sorge nei pressi di un resort turistico abbandonato. Il giretto tra le capanne è abbastanza desolante per la povertà e l'indigenza che vi regna (così come abbiamo visto nel tratto aeroporto-porto navale di Nosy Be); che il Madagascar fosse povero lo si sapeva, ma a questi livelli e vicino alla zona più turistica di tutte non me lo aspettavo.

Anche di sera non ci annoia: tramonti fantastici (soprattutto dalla "collina"), happy hour con cocktail, e dopo la cena lo spettacolo offerto dal firmamento dell'emisfero australe che grazie all'oscurità dell'isola regalava splendide viste di stelle pianeti e galassie (anche aiutato da Google Sky Map sullo smartphone).

Tea Time Tornando alla nostra isola vi è da segnalare che grazie all'opera quotidiana di disinfestazione non vi è traccia né di zanzare né delle temibili sand-flies (moschini che spuntano dalla sabbia e provocano fastidiose punture). Per chi viene, soprattutto nella stagione secca, solo sull'isola e non compie tour in altre zone, non consiglierei la profilassi anti-malarica (noi, pur sapendo che il Malarone lo sopportiamo bene non lo abbiamo preso) ma ovviamente è una scelta personale (la zona NON è comunque malaria-free come inopinatamente dicono alcune agenzie viaggi!).

Unica nota non positiva (definirla negativa sarebbe ingiusto) è stato forse il vitto. Sulla colazione continentale nulla da dire (ottima la marmellata di gojave!), il pranzo a buffet invece presentava le stesse identiche cose per più giorni (quel pesce affumicato mi veniva fuori dagli occhi), mentre la cena alla carté di tre portate (antipasto, piatto principale e dessert) non sempre mi è sembrata all'altezza. Intendiamoci non si moriva di fame o si mangiavano pietanze avariate o cotte male, ma in un resort dove la maggioranza degli ospiti è italiana (o al massimo francese, popolo che male non mangia) vedere il formaggio simil-parmigiano sugli spaghetti allo scoglio stona un po'. E seppur la carne di zebù, anatra, pollo, maiale, agnello fossero ottime, non vedere pesce fresco per più giorni (causa mancato arrivo della merce da parte dei pescatori locali) ha un po' deluso.

Tsara Band Da encomiare invece la cortesia e disponibilità di tutto il personale di servizio, sempre con il sorriso sulle labbra ed efficiente (nei limiti della filosofia malgascia "mora mora", ovvero fai tutto con calma!!). Elena (la biologa nonché "resident" di Hotelplan/Tclub) era sempre a nostra disposizione, anche se febbricitante e indebolita da un virus (ben supportata da Francisco che ci ha accompagnati a Mitsio), mentre la guida subacquea Riccardo è forse il divemaster più bravo che ho incontrato nella mia carriera sub a scovare e farti vedere ogni piccola cosa interessante e rara (come faccia a vedere nudibranchi di un paio di cm da 5 metri di distanza è un mistero!!). Grazie a entrambi. E grazie anche a Mario e Clara e Olga e Aurora per la compagnia ricevuta; come spesso accade i viaggi oltre a farti conoscere bei posti ti offrono occasioni per piacevoli conoscenze.

Il bancone del bar di Tsarabanjina è ricoperto di "plaquette" (targhette) che riportano i nomi degli ospiti che tornano 3 volte (o più; i fortunati si ritrovano poi su questo gruppo di Facebook). Non so se capiterà anche a noi che crediamo che il mondo sia grande e da vedere ci sia tanto, ma poiché il tour nei parchi a caccia di camaleonti e lemuri "s'ha da fare", essere così vicini a quest'isola dei sogni e non pensare di venirci ancora, sarà dura.

Mbola Tsara, Tsarabanjina!

PS: Immancabile la nutrita Photogallery; Purtroppo la parte subacquea non è molto corposa in quanto un "tragico" allagamento dello scafandro ha decretato nei primi giorni la morte della compianta Canon S95. Ero comunque riuscito a girare qualche ripresa video, che trovate qui.