Ngapali

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Ngapali Dopo 9 giorni, la prima mattina dove si può dormire quanto si vuole !! Il volo per Thandwe necessario per raggiungere la località scelta per gli utlimi giorni di soggiorno al mare, è infatti in tarda mattinata e quindi abbiamo tutto il tempo di svegliarci con calma, fare un'abbondante colazione, passeggiatina lungo il lago che sorge di fronte all'hotel (con il rischio di essere arrotati attraversando un incrocio malefico), ultimo saluto alla guida Zaw Win e trasferimento in aeroporto.

Una volta decollati, il volo che ci dovrebbe portare a Thandwe secondo le mie stime ci sta mettendo un po' troppo. Ed infatti quando atterriamo riesco a capire dall'annuncio in un ridicolo inglese che siamo a Sittwe (tappa assolutamente non prevista) e che dobbiamo rimanere a bordo (mi sarebbe piaciuto vedere il tipico turista italiano ignaro della lingua inglese e che pensa che tutto il mondo parli italiano... probabilmente con la lista di imbarco o con il solito adesivo sarebbe stato individuato e riportato a bordo).

Atterriamo questa volta all'aeroporto definitivo; aeroporto si fa per dire... una pista di atterraggio con una sala che funge da imbarco/arrivo dove funzionari governativi compilano a mano enormi registri annotando numero del passaporto e nome del turista. E quando dico "nome" intendo proprio quello in quanto non capendo la differenza tra cognome e nome il registro era pieno solo di "Sandro", "Silvia", "Gianni", "Maria", ecc. :-)

Ad attenderci all'uscita un boy del resort che abbiamo scelto come chicca finale per goderci un po' di relax e di lusso: le aspettative non sono deluse! l'Aureum Palace Resort è spettacolare e il servizio non lo è da meno. Ci assegnano subito una delle 30 villas che compongono il resort e rimaniamo colpiti dallo stile ed eleganza con la quale sono costruite. Il tek e il mogano la fanno da padrone ovunque, Il soggiorno/patio della zona giorno è più grande di quello di casa mia, il letto a baldacchino con zanzariera induce a pensare a romantiche nottate :-), bagno favoloso con il vano doccia di almeno 4 mq, ci sarebbe anche un'enorme jacuzzi all'esterno, ma la temperatura non sarà mai così calda da invitare al bagno. Alla sera bellissime lampade di design o una sapente illuminazione calda ammantano la camera di un'atmosfera particolare, che ti dispiace quasi spegnere la luce per dormire.

Il villaggio all'interno è molto curato, con i giardinieri sempre occupati a mantenere in perfetto stato le piante che adornano i vialetti. La spiaggia è molto ampia con gli ombrelloni ben distanziati e forniti di comodi lettini e ovviamente di teli mare (e con una signorina che  ogni tot. ti porta una salvietta gelata con la quale rinfrescarti). E' presente anche una SPA dove vengono eseguiti massaggi di ogni tipo, mentre verso le 5 si sera si anima l'Happy Hour Bar dove vengono serviti ottimi cocktail (il secondo è anche gratuito) che si gusta godendosi il magnifico spettacolo del tramonto sul mare .

Il ristorante all'aperto dove si consumano i 3 pasti offre un'ottima qualità e servizio, anche se noi praticamente quasi sempre a pranzo e cena usciremmo per mangiare in ristorantini locali più tipici e anche economici. Una delle nostre mete abituali era un localino (chiamato Nwe Oo Hlaing) gestito da un simpaticissimo ragazzo (Mentu ) e con ai fornelli la madre e la moglie. Servizio ovviamente spartano (carta igienica al posto dei tovaglioli), ma piatti di pesce stupendamente cucinati e sempre freschissimi. E quando era ora di pagare veniva il bello!! Una tipica cena composta di un primo di spaghettini fritti (noodle) con calamari oppure di una zuppa di pesce (piccante se thai, normale se birmana), una seconda portata "importante" fatta di gamberoni giganti (king prawn) oppure di filetto di cernia (snapper) o di barracuda, il dessert (banana fritta o ananas), la birra o l'acqua (costano quasi uguali) e il whisketto finale non venivano mai a costare più di 4 euro a testa (avete letto bene!! questo anche complice l'euro molto forte rispetto al dollaro).

Il rapporto con la popolazione locale non si limitava solo ai ristorantini, ma avveniva anche passeggiando lungo la spiaggia o prendendo a noleggio le biciclette ed uscendo dall'hotel. Quello che mi è piaciuto infatti è stato proprio il fatto che comunque la spiaggia era quella "pubblica" dove se avevi voglia scambiavi due parole col pescatore che ti offriva la gita all'isola o lo snorkeling al largo, ma se te ne stavi sotto l'ombrellone nessuno ti veniva a disturbare (in molti altri paesi invece o sei subissato di richieste, oppure la spiaggia è un enclave chiusa ai locali e super blindata).

Durante le numerose passeggiate in cerca di spunti fotografici mi sono volentieri imbattuto negli abitanti del vicino villaggio di pescatori, la cui economia e vita sociale è ovviamente basata sull'attività ittica. Alla mattina le barche rientravano e gli uomini scaricavano grosse ceste di pesci che venivano stesi al sole su enormi teli azzurri a essicare (molte altre foto qui ).

Il villaggio vero e proprio è arretrato rispetto alla spiaggia e inserito in un favoloso palmizio. Girando in bicicletta al suo interno non ho mai avuto nessun timore o apprensione riguardo a microcriminalità o cose simili; molte volte è bastato un sorriso o un cenno di saluto per farsi accettare e fotografare senza nessun problema ed anche qui i ricordi più belli sono legati ai bambini pronti a regalarti magnifiche conchiglie in cambio di una caramella o di una penna.
 

Ritorno a casa

I cinque giorni di soggiorno al mare sono volati. Gli ultimi giorni facciamo conoscenza con una simpatica coppia di Vittorio Veneto (la "collega fotografa" Ombretta e il marito Fulvio con il quale scopro di avere in comune degli amici... della serie "piccolo il mondo...") che si aggiunge alla lista di altri italiani conosciuti in viaggio e che spesso poi si trasformano in belle amicizie. Mi piace ricordare Stefano e Francesca con i quali intratteniamo ancora ottimi rapporti telematici, i giovani futuri sposini Valentina e Lino (napoletano verace in astinenza forzata da pizza e caffè) e il gruppo di casinisti "ciosotti" con i quali ci siamo molto divertiti... e poi come dimenticare... PUCCCIIII ???!!!

Alla fine di questo viaggio, per la prima volta nella nostra quasi ventennale carriera di viaggiatori, siamo tornati con la valigia piena di souvenir . Il motivo non è da ricercarsi nel souvenir vero e proprio, ma quanto nella voglia, con la scusa dell'acquisto, di donare qualcosa a questo meraviglioso popolo.

La voglia di Oriente non solo non è appagata ma anzi aumentata... Vietnam e Cambogia, preparatevi ad accoglierci !