1 gennaio 2010 13:59
2010 l’anno del mio addio alle riviste
Quando da piccolo mi rivolgevano la classica domanda “cosa vuoi fare da grande” io rispondevo “il giornalaio” e inevitabilmente l’interlocutore adulto con aria divertita mi diceva “…si dice giornalista”; allorché io con lo sguardo annoiato ribattevo “so benissimo la differenza, ho detto giornalaio ! voglio aprire un’edicola!”.
Questo per dire quanto viscerale e atavico sia stato il mio amore per le riviste e la carta stampata. Prima sono venuti i classici dell’infanzia: Topolino e Diabolik soprattutto, e poi i più maturi Alan Ford, Kriminal, Satanik fino ai fumetti del Monello, Intrepido, Lanciostory.
Poi è nato l’amore per le riviste “tecniche”: ogni qualvolta mi appassionavo a qualcosa l’accompagnamento a una o più riviste inerenti all’argomento era scontato: fotografia, subacquea, mountain bike, home theatre, viaggi, moto, auto… ogni hobby pagava il suo dazio in edicola.
La parte del leone ovviamente andava alle riviste di informatica, dalla prima CCC (Commodore Computer Club), alla mitica MC-MicroComputer che pochi giorni fa ho scoperto essere oggetto di una lodevole iniziativa ovvero la sua digitalizzazione (che nostalgia vedere quei “fossili” di pc che tanto desideravamo!). E poi Pc-Professionale con i suoi mega benchmark in ogni numero di 874 schede grafiche o motherboard, la settimanale PC-Week fino all’americana MSDN Magazine che tanto mi ha insegnato.
Negli ultimi 4 o 5 anni il menù mensile fisso che l’edicolante mi teneva da parte era composto da due riviste di fotografia (Reflex e TuttiFotografi) e due di Home Theater (Af Digitale, DigitalHomeVideoTheatre), che poi spesso integravo con un Quattroruote/Auto/Cambio (senza contare i Panorama/Espresso/Focus che mi passa mio padre quando li ha letti e un Traveller di Conde Neste al quale sono abbonato causa un’offertona irrinunciabile).
Come il titolo del post fa evincere, con un pizzico di rammarico questo mese ho dato la brutta notizia all’omino che da piccolo avrei voluto essere: “ho deciso di sospendere l’acquisto delle riviste”.
Il motivo non è fortunatamente di tipo economico ma è una decisione nata dall’ineluttabile obsolescenza che internet sta portando nel mondo della carta stampata. Intendiamoci, per chi si avvicina ad un hobby per la prima volta, sfogliare o leggere qualche numero di una rivista tecnica fa solo bene. Ma prendiamo ad esempio una rivista di Fotografia: in che modo può arricchire la mia conoscenza (o quella di un qualsiasi utente avanzato) in quello specifico settore ? Con le news ? Arrivano un mese dopo… Con la prova di una macchina di cui ormai si è già letto su forum e siti di tutto e di più ? (e si sono visti sample che sulla carta non possono fare emergere le differenze). Con articoli legati a tecniche speciali ? Dopo decine di numeri è ovvio che ci sia un ciclo di ripetizioni e i vari tutorial su macro, flash, composizione, ecc. li so a memoria. Con 4 foto inviate da lettori e commentate (talvolta con giudizi fatti con lo stampino) dai redattori ?
E le stesse considerazioni penso si possano fare per il settore Auto e per quello del mondo entertainment digitale (HT, Tv, HiFi, ecc.). Non per niente la parte di redazione di Af Digitale che qualche mese fa ha deciso una scissione e si è interrogata se fondare una nuova rivista, ha coraggiosamente scelto la strada del solo on-line aprendo il portale DDay che per la sua natura riesce ad offrire ovviamente molto di più della rivista stampata (video, commenti, link, “è il web2.0 piccola…”).
Sento già l’obiezione di qualcuno… “Sì ma senza riviste, io sulla tazza del water adesso cosa mi porto ?” :-) O la sera a letto prima di addormentarmi cosa mi sfoglio ? intanto tra un mesetto sapremo se Apple ci stupirà ancora con il suo iSlate o come diavolo si chiamerà, e poi ci sono sempre quelle cose chiamate “libri” che purtroppo, anche per colpa delle pile di riviste che si accumulavano sul comodino, tendevo sempre a relegare alle ferie (poi magari tra qualche tempo scriverò un post simile sui libri lodando i vari Kindle e simili).
Vedremo quindi se nel 2010 sarò capace di disintossicarmi dalla dipendenza dell’edicola; perlomeno non avrò più sulla coscienza qualche ettaro di Amazzonia disboscato :-)