12 luglio 2017 16:49
La Via degli Dei da Bologna a Firenze in E-MTB
Quando circa 5 anni fa l'amico Roberto (al quale ho il piacere di aver trasmesso l'amore per la MTB e la Fotografia anche se adesso è diventato in tempi strettissimi molto più bravo di me in entrambi i settori!) mise in piedi come "tesina di fine corso Maestro AMI Bike" questo progetto, ne fui subito attirato. Due sole cose mi fermavano dall'iscrizione e dalla partecipazione: l'incognita del maltempo con la possibilità di pedalare sotto l'acqua e di spingere la bici nel fango e la fatica di fare, anche se molto diluiti, 120km e 3500mt. di dislivello con una mtb muscolare. Messo un cero a S.Bernacca per il primo aspetto e visto che da quest'anno sono passato al lato oscuro con una e-bike era tempo di provarci.
La Via degli Dei, citando Wikipedia, è un percorso escursionistico che collega le città di Bologna e Firenze, passando attraverso gli Appennini. La si può percorrere a piedi in quattro/sei giorni, oppure in mtb in due o tre (vedremo poi qualche considerazione in merito). Non mi dilungherò molto sulla descrizione delle tappe, dei posti che si passano, o delle note storiche, perché tutto è ampiamente descritto sull'apposito sito creato dalle due associazioni che organizzano questo giro: la toscana BikeMood appunto dell'amico Rob e la emiliana Mtb-Adventure che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione nelle persone di Franco (Frank), Nicola e "il Gallo". Quello che segue è invece un mini-diario di tre divertentissimi giorni passati insieme ad altri 17 bikers e del perché sono rimasto ampiamente soddisfatto e con pochissime critiche da fare agli organizzatori (e chi mi conosce, sa che non sono il tipo che lesina…).
L'avventura inizia in compagnia di Marco, quasi coetaneo di Laives (lui è più vecchio comunque!!! :-) ) anche lui elettrificato da un anno e rimasto folgorato sulla via delle e-enduro-bikes dopo anni di poco divertenti bici da cross-country. Decidiamo di raggiungere Casalecchio sul Reno (vero e originale punto di partenza del Sentiero degli Dei) la sera prima per evitare l'alzataccia. Abbiamo trovato nel confortevole B&B Maison Magnani un'ottima base di appoggio (consigliatissimo); la simpatica signora Paola ci consente di usare il garage per ricoverare le costose biciclette e ci rimpinza con un'ottima colazione il giorno della partenza.
Day 1
Raggiungiamo la sede dell'Associazione bolognese, punto di ritrovo e partenza, disbrighiamo alcune pratiche e dopo un briefing di routine con le giuste raccomandazioni sulla sicurezza (casco sempre allacciato, occhiali sempre indossati, luci sempre accese, ah no…) partiamo per la prima giornata che sappiamo essere la più dura in termini di salite, di km e come scopriremo di caldo e di tratti asfaltati. Durante i primissimi kilometri in fila indiana, memore delle parole appena ascoltate nel briefing sulle regole da rispettare ("non si supera mai la guida, non ci ferma per conto proprio per fare le foto, non ci si ferma per (s)vestirsi, se vi scappa tenetevela, ecc.") ho cominciato seriamente a preoccuparmi…pensavo in cuor mio, non è che considerato il mio carattere egoista, da bambino viziato e da anarchico mi sto infilando in un tour organizzato anche nelle soste idrauliche e fra qualche ora sclero e faccio inversione a U ??
Anticipo già la risposta senza dover leggere fino in fondo: le regole effettivamente ci sono e per fortuna!! Altrimenti gestire 20 persone che si fanno i cazzi loro sarebbe un suicidio e a quest'ora avremmo biker dispersi tra i cinghiali degli Appennini. La nostra fortuna è stata che il gruppo era abbastanza omogeneo come forma fisica e doti tecniche, quindi lunghissime attese (diciamo superiori ai 10/15 minuti) per le salite estreme o per le discese infide, non ci sono state, mentre in altre edizioni la presenza di partecipanti che hanno sottovalutato "l'impresa" abbiamo saputo essere stato un handicap per gli altri. Sinceramente il giro non è per tutti, gente come mia moglie ad esempio non la porterei mai, più per le discese che per le salite anche se molte di esse immagino le avrebbe fatte a piedi, bestemmiandomi dietro!! Dalla mia ho il rimpianto solo di avere perso occasioni per scatti fotografici che se fossi stato da solo o con un tour "private" avrei sicuramente fatto…ecco perché la gallery delle mie foto è un po' "banalotta" con i seppur belli panorami da cartolina, qualche scatto fatto al volo pedalando, ma niente di particolarmente originale.
Come detto la prima tappa è scivolata via tra tratti di trasferimento e lunghe salite, aggravate da una calura non proprio idilliaca (almeno per gli altri, io stavo bene!) soprattutto nei tratti asfaltati che ha sfiancato molti; l'arrivo nella piazzetta di Monzuno con la fontanella presa d'assalto sembrava più la Cima Coppi di qualche marathon… C'è da dire che forse qualcuno aveva sottovalutato la pedalata del pomeriggio e a pranzo nella panoramica Trattoria del Monte Amiata, ho visto evaporare in un attimo intere brocche di vino rosso e chiedere bis di leggerissimi fusilli alla salsiccia!! Quando siamo arrivati sotto le enormi pale eoliche, che i meno miopi erano riusciti a scorgere molto in lontananza dal ristorante, abbiamo capito di essere vicini alla fine della prima tappa, ovvero il paese di Madonna dei Fornelli. Le spiegazioni di Rob ci informano che il nome deriva dagli antichi forni in cui si cuoceva la calce, ma la cena all'Albergo Poli preparata dalla signora Olga a molti ha fatto dubitare che l'origine fosse dovuta a lei o a qualche sua ava cuoca. Visto che l'arrivo è avvenuto addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia, il tempo è stato dedicato a qualche birra/aperitivo in più nel giardinetto dell'albergo, gestito familiarmente da una simpatica coppia (Luana e Michele, figlio della già citata Olga) che ti fanno sentire più un ospite di casa che non un cliente di hotel.
Day 2
Il secondo giorno inizia dopo una fin troppo abbondante e ricca colazione piena di dolci, torte e qualche salume che viene solo guardato da un bavarese che sta facendo in solitaria Monaco-Siena (grave errore avergli parlato in tedesco: non mi mollava più!!). I carboidrati servono perché dopo qualche decina di metri dall'uscita dell'albergo, subito una ripida rampa stronca ogni illusione che oggi sia meno dura! Ci guardiamo indietro già temendo di aver perso il povero Guerino, ieri estremamente provato dalle fatiche e stamattina partito con il classico volo da fermo col pedale a sgancio che non si apre. Uomini di poca fede! Ad ogni salita quando lo vediamo spuntare, mai fra gli ultimi e con il sorriso in faccia, partono gli ohhh di stupore e ammirazione…cosa non può fare la volontà umana, ma soprattutto le n bustine di Taurina e Creatina che si è sparato, che Lance Amstrong MiFaccioDiTutto levati… :-)
La giornata, la più divertente dal punto di vista del riding, prosegue quasi interamente tra trail nel bosco molto tecnici e divertenti; per un animo gravity come il mio è una goduria seguire da vicino l'istruttore Frank che pennella le curve spondate naturalmente, salta da una roccia all'altra e dimostra che non sempre serve la super-endurona per divertirsi (lui ha una trail 29" da 130mm e io lo seguo con il mio carro armato Plus da 140). In alcuni di questi tratti particolarmente rocciosi mi concedo l'unica "sgarrata" anarchica facendo i 3 passaggi ostici che il resto del gruppo viene invitato a compiere a piedi per evitare infortuni e spaventi. A mia discolpa il fatto che li avevo già affrontati e che il mio viso implorante con il labbro inferiore tremolante da bambino che vuole il giocattolo deve avere impietosito Frank!
Si prosegue tra tratti di strada romana costruita nel 186 aC e ancora perfettamente conservata e al contrario cartelli di orribile cellophane rabberciato che fanno pensare quanto poco il nostro paese valorizzi l'enorme patrimonio archeologico. Negli USA l'originale fornace dove veniva cotta la calce per le pietre sarebbe sotto una cupola di vetro e con un biglietto di ingresso di 20$, da noi è sommerso dalla vegetazione e abbandonato a sé stesso :-(
Pranziamo al sacco nei pressi del Cimitero di Guerra Tedesco, luogo che non conoscevo e la cui visita è stata molto toccante al pari di quelli che avevo visitato in Normandia l'anno scorso. Se pensavamo che il pic-nic fosse più leggero del pranzo di ieri, non avevamo considerato la infida mortadella che farà su e giù negli stomaci di molti, soprattutto al triestino Stefano soprannominato "vomitino" per motivi che lascio immaginare!
Si prosegue passando per il Camping La Futa che solitamente viene preso come base d'appoggio per chi compie il percorso in soli due giorni invece che tre. È fattibile? Sicuramente si in termini di kilometraggio e dislivello, ma lo consiglierei solo con una ebike, in quanto con una bici muscolare, per quanto allenati si fosse, le erte salite consentono velocità medie non altissime, si dovrebbe partire da Bologna sicuramente più presto di noi e si dovrebbero fare le ultime discese all'imbrunire e stanchi. E soprattutto si dovrebbe pedalare a testa bassa e senza potersi godere i panorami e lo soste come abbiamo fatto noi. Con una e-mtb invece i punti dove gli altri pedalano quasi in surplace o addirittura spingono a piedi, si possono affrontare allegramente e più velocemente in Sport/Turbo, sempre con un occhio all'autonomia della batteria che nel tour da due tappe per qualcuno pesante potrebbe essere un problema (ma non se si ricarica durante il pranzo in qualche ristorante).
Il pomeriggio prosegue con la salita e discesa dell'Osteria Bruciata e l'ascesa (per molti a piedi) del Monte Gazzara, punto panoramico e più elevato dei nostri 3 giorni. Una firma sul libro posto sotto la croce e via verso San Piero a Sieve, passando per il bellissimo B&B Il Nido del Gabbiano dove ho soggiornato varie volte e per la vecchia casa di Rob, teatro in passato di giornate a scrivere codice e di grigliate nel giardino. Il campeggio che ci attende per la nostra seconda notte si chiama Camping Mugello Verde, ci arriviamo ancora una volta in anticipo con molta ammirazione delle guide, forse attirati dalla piscina o dalle birre-aperitivo che per la seconda sera scorrono a fiumi!! È strano come la pancia di Rob non sia quella di un attempato bavarese frequentatore di Oktober Fest, visto che tutti gliene vogliono offrire una, e lui non disdegna!! :-) Cambiata regione, cambia anche la gastronomia: le tagliatelle lasciano il posto ai favolosi tortelli di patate mugellani (non buoni come quelli che prepara la mamma di Jacopo, ma comunque di ottimo livello) e visto che l'indomani è "la tappa più leggera" (ah ah ah) ci si lascia a qualche bicchiere in più, eufemismo per raccontare i litri di vino, birra, mirto, jägermeister, le caraffe di mojito e dulcis in fundo il liquore Gemma d'Abeto che stronca definitivamente i nostri fegati! Se anche non fosse l'alcool ad alzare l'ilarità e le risate, ci penserebbe Guerino con i suoi aneddoti di avventure amorose #famoloStrano che allietano anche una comitiva di maturandi da cui si alza il coro da stadio "…uno di noi, Guerino uno di noi!!"
Day 3
La colazione della mattina successiva non è ricca come la precedente (anzi… piccola critica per un improvement, almeno un succo di frutta e un croissant in più dell'unico a disposizione non ci sarebbe stato male); per alcuni invece che i sali nella borraccia servirebbe un anti-emetico ed infatti le prime salite vengono affrontate in silenzio e con il capo chino. "Sono solo 700 metri di dislivello", ci avevano detto, peccato che sono tutti concentrati all'inizio e nella decina di chilometri che ci separano dal monastero di Monte Senario. C'è da sudare e imprecare anche oggi e io stesso devo capitolare e spingere, per fortuna solo per qualche metro, la pesante ebike che in una canalone stretto non ce la fa proprio ad andare su (più perché i pedali toccano le strette pareti); il walk-mode qualcosa aiuta, ma ripeto sono solo pochi metri di salita e considerati il "full-in-sella" delle discese posso già considerare un successo la pianificazione del tragitto. Sinceramente non sono un fan del "portage" o dello "spintage", se ho scelto la bici, non vedo perché devo camminare, anche se lo sforzo mi fa raggiungere vette e punti di prestigio o belle discese. Se si cammina, non fa per me! (a maggior ragione adesso con 22 kg di mezzo).
Il viale alberato di Monte Senario è pieno di fiorentini che salgono per sfuggire alla canicola della città e più che il monastero (imbruttito da impalcature da restauro) ci aggrada la vista di Jacopone che sta preparando il secondo pranzo al sacco, dove tutti restano molto più cauti con la mortadella rispetto al giorno prima :-) Da qui in poi comunque sarà veramente solo discesa e una lunga passeggiata che ci porterà sulle colline di Fiesole dove l'ultima fatica è rappresentata dalla rampa che ci porta alla famosa terrazza che domina il capoluogo toscano. Foto di rito e poi giù in picchiata dentro la città che ci accoglie come un enorme phon sparato in faccia e temperature che pensavo di aver sperimentato solo a Dubai! Il Garmin, seppur al sole, arriverà a segnare quasi 42 gradi, ma anche le nostre teste sotto un caldo casco non è che sono molto di più all'ombra di lui!
L'entrata nel centro storico è particolarmente emozionante. Molti turisti si stupiscono al passaggio di un colorato serpentone di 22 riders -alcuni ancora con le protezioni alle ginocchia e gomiti!-, tra bici full-suspended, ebike enduro, e una fat-bike. La foto di rito finale davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore e in Piazza della Signoria suggellano la fine di questa bella avventura. Pochi km di ciclabile ci separano dal pullman che comodamente ci riporterà a Bologna, mentre le bici ci seguiranno stipate nel furgone che ci ha seguiti con i bagagli nelle scorse giornate.
Dal lungo racconto, per i pochi arrivati alla fine, si sarà capito che è stata un'esperienza estremamente positiva. Come sempre in questi casi oltre all'aspetto sportivo/ludico, il plus deriva dalla conoscenza di persone che condividono la tua passione e con i quali magari nascono amicizie o frequentazioni "social" che poi durano nel tempo. Avrei scommesso su cene e soste piene di discorsi "tecnici" su dissertazioni ciclistiche stile forum, invece ho trovato solo persone a cui interessava pedalare in compagnia e con goliardia.
Il titolo del post cita, volutamente, l'E-MTB. Avessi avuto qualche modulo di contratto per far sottoscrivere l'acquisto impulsivo di una e-bike sicuramente avrei portato a casa qualche ordine! Ovviamente c'è ancora qualche pregiudizio, qualche giusta battutina e sfottò, ma penso che molti si siano resi conto che è un'alternativa per fare meglio e con molta meno fatica ciò che si fa con la mtb muscolare. Dico "meglio" perché io preferisco salire salite molto erte e con fondo smosso sui pedali invece che a piedi e perché arrivare sfiancati e cotti prima di una discesa non è mai sinonimo di sicurezza. Se poi qualcuno avesse avuto dubbi sull'efficacia in discese tecniche, penso di averli fugati stando sempre a ruota (e ampiamente dentro la confort-zone senza rischiare nulla) o anche davanti ai più veloci. Lo dico sinceramente: lo stesso giro con una mtb tradizionale probabilmente lo avrei portato a termine senza problemi, ma visto il mio mood molto poco incline alla fatica, Rob avrebbe perso un amico per sempre :-) Massimo rispetto e profonda ammirazione quindi per i compagni che lo hanno affrontato con le proprie forze e che non si sono mai lamentati (o quasi!).
Comunque sia, con mtb tradizionali o elettriche, è un'esperienza che mi sento di consigliare soprattutto se affrontata con un'organizzazione impeccabile, precisa e puntigliosa come quella offerta da Bikemood e Mtb-Adventure.
Come direbbe Guerino…Grazie di tutto RAGA!
UPDATE: per molti anni non ho pubblicato la traccia GPX in quanto era stato chiesto dalle due associazioni (e mi sembrava giusto visto che se lo erano tracciati ed era il business di una ASD); visto però che sono passati molti anni e che esiste una traccia ufficiale (molto simile a quella fatta da noi), ecco i links: