Yangon

Yangon reloaded

YangonTornati al piccolo aeroporto di Heho ci imbarchiamo per tornare a Yangon (finalmente capisco perché al check-in ti appiccicano un adesivo, colorato in modo diverso da volo a volo, sul petto; visto che gli annunci sono fatti, urlando a voce, solo in lingua locale l'adesivo serve per capire che è ora di muoversi quando altri "colorati" come te si muovono oppure per il personale che ti scorge facilmente quando sei rimasto l'ultimo scemo seduto ad ascoltare gli annunci con la faccia  stile "muccacheguardapassareiltreno").

Atterriamo nuovamente nella capitale, ci ribecchiamo il caos all'uscita dell'aeroporto e ci ritroviamo nuovamente nello stesso hotel del primo giorno... una mega deja-vù ! Pranziamo in un buon ristorante in centro (il Monsoon) finalmente a base di qualcosa di diverso dal PPMM e trascorriamo il pomeriggio in giro per la città.

Dapprima un fugace giro della zona portuale (abbastanza losca e un po' malfamata) da dove partono tutti i battelli e traghetti che lungo il fiume Irrawadddy che attraversa tutto il paese portano fino Mandalay. Poi per non farci mancare nulla ci concediamo la visita della nostra ultima Pagoda (la Pagoda Sulle) che sinceramente dopo una settimana di Buddha ci lascia abbastanza indifferenti.

Anche il mercato Scott's non mi lascia granché di ricordi: troppo asettico, formale e con la gente (soprattutto cinesi) molto più distaccata e preoccupata solo di fare business con il turista smanioso di shopping (non proprio il mio profilo...).

Più interessante invece la camminata tra le vie della città dove vige un "normale" caos cittadino che unito alle decine di bancarelle volanti (dove si vende cibo ma non solo.. dalle chiave inglesi ai vestiti, alle domande precompilate e affrancate per la richiesta di avere un cellulare) rende affascinante e pittoresca questo scorcio di capitale.