Il blog di Sandro Rizzetto

Il mio secondo anno con una e-bike

 

Proseguo, anche con il titolo, la tradizione del bilancio riassuntivo inaugurata l’anno scorso con questo post.

E come l’anno scorso lo apro con le 100 immagini che ho scelto per raccontare il mio E-2018

 

La nuova bici: Cube Stereo Hybrid 160 Action Team

Ma come? dopo solo un anno cambi giá bici?

CUBE Stereo Hybrid 160 Action Team 500 27.5È stata una meditata decisione ma l’avvento di nuove geometrie e della batteria “nascosta” nel telaio (Powerpack Bosch) mi hanno fatto riflettere che la mia vecchia 140 Plus avrebbe perso troppo valore. Quindi o l’avrei tenuta per parecchi anni, oppure ci avrei perso troppi soldi nel momento del cambio (che avevo previsto col nuovo motore Bosch che è stato ritardato di una stagione). Se poi ci aggiungiamo che i 140mm con la geometria poco progressiva dei telai Cube erano spesso a fondo corsa (neanche pensare a drop seri nei bike park), che non ero contentissimo di freni e forcella e che il giocattolo nuovo era molto appetitoso, ad Agosto 2017 ho ordinato l’ammiraglia delle e-bike di Cube.

“Ma perché nella prima parte del video compare ancora la vecchia bici, se l’hai ordinata ad agosto?” si chiederà qualcuno… Perché è arrivata a Giugno 2018, ben 10 mesi dall’ordine, neanche fosse una Lambo Aventador con vernice personalizzata!

Non voglio addentrarmi in polemiche o discussioni su come il mondo del ciclo (e soprattutto delle e-bike) stia gestendo questo problema. Non è solo Cube l’indiziata numero uno, anche se il successo che sta avendo ingigantisce la cosa. Le voci che stanno dietro il mancato rispetto dei tempi sono molteplici: hanno sbagliato il telaio, hanno fallito dei test di sicurezza, hanno dovuto rifare lo stampo due volte, i telaisti a Taiwan non ci stanno più dietro, è colpa dei fornitori di qualche parte, ecc. Quello che so è che per i negozianti come il mio deve essere un vero stress continuare a dire al cliente che la KW (Kalenderwoche, settimana lavorativa) di consegna continua a slittare fino ad arrivare a ritardi di 6 mesi.

Comunque sia… alla fine la bici è arrivata e come di consueto, finché era pulita, le ho dedicato il suo bel photo-shooting.

Non voglio addentrarmi come l’anno scorso in una dettagliata recensione di tutte le parti, anche perché molte sono uguali (es. il motore Bosch CX, la trasmissione SRAM EX-1, lo stesso cambio di corona da 14T, ecc.). Qualche nota però vorrei lasciarla.

Sospensioni

01-DSC_0013_BURST20180711111653356Niente da dire sull’ammo Fox FLOAT DPX2 Factory EVOL. Non ho mai avuto grossi problemi con gli ammo Fox che ho sempre trovato burrosi e ben settabili per varie situazioni. I 20 mm in più dell’anno scorso si sentono eccome e ti danno un margine di sicurezza quando vuoi “saltare grosso”. Diverso discorso sulla forcella anteriore, una Fox 36 Float Factory FIT4 da 170mm.  Qui invece purtroppo non ci siamo proprio! Come da millenaria tradizione Fox “la forcella dell’anno prima fa schifo, ma vedrete che abbiamo risolto col nuovo modello!!”. Sono anni che lo leggo e sicuramente di anno in anno qualche improvement c’è. La forcella MY 2019 con la cartuccia GRIP che ho provato durante un test bike su una Trek era veramente tutt’altra cosa come attrito di stacco e come scorrevolezza nei primi cm. di escursione. La mia 36 Fit4 MY2018 è invece estremamente performante quando le velocità si alzano e gli ostacoli sono grossi, ma “sul piccolo”, “sul lento” è praticamente una hardtail e le vibrazioni che induce sullo sterzo rendono veramente spiacevole e quasi pericolose le discese di quel tipo. Ho chiesto a Fox se è possibile cambiare la cartuccia da Fit4 a Grip 2019 e per 500€ lo farebbero. Sono indeciso tra investire questa grossa cifra o provare con un tuning alternativo più economico come quelli di Andreani, Abs Fork o Luftkappe (il problema è trovare qualcuno che ci sappia veramente mettere le mani).

Freni

Dopo tanto penare e molti cambi di marca (Formula, Hope, Magura) ho finalmente trovati “I” Freni, con la F maiuscola. Shimano Saint BR-M820, Hydr. Disc Brake. Non penso che sulle prossime bici vorrò nient’altro che questi freni anche a costo di pagare l’upgrade! Potenti, modulabili, non fischiano, non fanno zinzin, la leva resta costante. Quello che insomma dovrebbe essere la norma, ma prima di arrivarci ci ho messo vari anni.

Ruote e Gomme da 2.6”

Schwalbe Magic Mary 2.60, Addix Soft, Tubeless Easy, Super GravityL’epoca delle gomme PLUS da 2.8” o 3” sembra sia durata ben poco. E me ne dispiace, perché per la stagione che le ho avute sotto il sedere e le mani ne ho beneficiato e goduto. L’effetto di deriva e di mancata precisione in curva io non lo sentivo per niente, ma la sicurezza che mi davano sul super-tecnico, sassoso smosso o lento era impagabile. Le 2.6” dicono essere il classico compromesso tra guidabilità veloce delle 2.35/2.5 e la sicurezza delle plus. Forse è vero, fatto sta che in certi passaggi molto arditi ho rimpianto di non avere la cicciona (s)gonfiata ben sotto 1 bar. E i tempi su Strava tra la vecchia plus e la nuova 2.6” non danno certo ragione alla “smilza”: siamo lì oppure addirittura vince la plus (oppure sto solo invecchiando e diventando un lentone!!). L’altro difetto imputato alle plus erano i loro fianchi di carta velina e la propensione a bucare spesso. Penso di non aver mai bucato o tagliato fianchi tante volte come quest’anno. La Schwalbe Magic Mary Addix Soft all’anteriore mi è piaciuta abbastanza, mentre la Nobby Nic di serie ha fatto qualche km per essere subito sostituita da una Maxxis DHR II Dual che pur avendo 60 tpi ho tagliato alla seconda uscita e che ho dovuto tenere spesso con la camera d’aria per problema di tenuta del tubeless.

Ho anche provato a montare dei vecchi 2.8” per vedere quanto differenza ci fosse, ma ho capito che è più il rim del cerchio che fa la differenza che non i 0.2”. I 40mm del vecchio DtSwiss rendono infatti i copertoni molto più panciuti e ciccioni del 35mm del nuovo Newmen Evolution SL.

A proposito…Dio stramaledica i progettisti del mozzo a cricchetti Newman!! Oltre a essere meno scorrevole di un mozzo shimano deore (fatta prova comparativa di quanti giri fa applicando la stessa forza) il RUMORE INFERNALE dei cricchetti della ruota libera è ASSORDANTE. Era così bello scendere nel bosco solo col rumore soft del carro che rimbalzava da un sasso all’altro, adesso sembra stia passando una motosega di qualche lumberjack!! Unico vantaggio… se davanti a te in lontananza trovi dei pedoni, ti basta smettere per un attimo di pedalare e ti sentiranno da un km! #fail

Reggisella

Dopo anni di Rock Sox Reverb, che non mi ha mai dato problemi, il passaggio a Fox Transfer Factory kashimato mi preoccupava. Invece è un signor reggisella, sempre pronto, scorrevole e con un’ottima ergonomia del comando remoto. E qui mi preme ancora una volta ringraziare tantissimo Lorenz e Arthur di Sanvit… il perché lo sanno loro ed è per questi particolari che rimarrò fedele al loro negozio finché mi sopporteranno (non c’è online che tenga in questo caso…).

Fox Transfer Factory 31.6mm, Kashima Coated

Guarnitura, pedali e scarpe

La bassa geometria delle ebike fa si che spesso si tenda a “zappare” con il suolo con i pedali ed ecco che tutte le case hanno ridotto di 10 o 15 mm la lunghezza delle pedivelle. Con i 165mm delle Race Face Aeffect non dico di non aver mai sbattuto su un sasso ma meno frequentemente dell’anno prima. E con il firmware Bosch 1.8 uscito a luglio (qui la mia recensione) il motore è stato ottimizzato per la nuova lunghezza ridotta. Sui pedali sono tornato per la terza volta su HT; dopo gli AE01 e gli AE03 ho montato degli AE05 leggermente più concavi. Non c’è questa grandissima differenza con i modelli precedenti, il grip e la pedalabilità abbinate alle scarpe giuste (ho preso le nuove Five Ten Impact Pro che finalmente hanno risolto il problema della scollatura della suola) sono al top!

htft

Batteria, consumi e peso

Bosch PowerTube 500Differenze tra la vecchia batteria esterna e la nuova Powerpack? Nei consumi nessuna. Certo oggi molte case stanno andando sui 700Wh che danno molta più libertà per giri lunghi (anche se sospetto che non aumenterei i km o i metri D+ ma che farei li stessi con livelli di aiuto maggiori). Per il mio peso piuma e la mia gamba i 500Wh sono più che sufficienti. In Tour ho un’autonomia virtuale di circa 2000D+ (420/430 mt precisi ogni tacca) che è un signor giro. E anche in turbo sparato i consumi non calano drasticamente come avrei immaginato. L’altro giorno per scaricare due tacche di batteria (Bosch consiglia di lasciarla in inverno con 3 tacche residue) ho dovuto impiegare più di 500m. D+ dandomi quindi un range di “un millino” alla massima potenza.

Quello che invece andrebbe molto migliorato nelle e-bike di oggi è il peso. Ormai stiamo raggiungendo pesi vicini ai 25kg per molte case (la mia in tg S penso si fermi un kg sotto ma non tanto di più) e la cosa è abbastanza ridicola se pensiamo che il sovrappeso di batteria e motore è circa di 7 kg (4+3). Ok aumentare le dimensioni strutturali del telaio (con molto alluminio in più visto gli spessori maggiori), ok usare componenti più “steiff” e duraturi, ma la mia vecchia enduro muscolare 27.5 era sotto i 12kg, quindi il margine a mio avviso per fare bici da 20/21kg c’è tutto. Non si tratta tanto di handling (che comunque si fa sentire), ma dell’impossibilità solo a pensarci di fare anche pochi metri di portage o di “spintage”… e questo purtroppo preclude l’organizzazione di bei giri alpini che magari hanno qualche passaggio non pedalabile.

Attività

Come si desume dalle mie statistiche, questo è stato il mio miglior anno in termini di numero di uscite, km, dislivello, ecc. A riprova ancora una volta del fatto, che con l’ebike si va di più. E se non bastasse la mia esperienza potrei portare quella di mia moglie alla quale ho preso una Cube Access Hybrid SL 500, una hardtail da 29”, con la quale ha fatto più di 1000km (prima era tanto se ne faceva 300) e soprattutto ci ha dato la possibilità di fare molti più giri insieme in posti dove non saremmo mai potuti andare con bici tradizionali (es. la lunghissima e dura salita da Ortisei all’Alpe di Siusi).

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Tra i giri “nuovi” fatti quest’anno per la prima volta mi piace ricordare il Sellaronda Antiorario (bello come il suo fratello), un bellissimo giro tra la Badia e la Pusteria grazie al nuovo bike-buddy Mauro, e un Rasciesa-Funes-Seceda con panorami da togliere il fiato.

Senza dimenticare il week-end lungo nel Mugello, splendidamente organizzato dagli amici Rob e Paolone (se volete organizzare un giro in Toscana, Bikemood è una garanzia!)

Malga Brogles

Programmi per il 2019

Forse porta un po’ sfiga fare programmi visto che alla mia età basta un niente per incriccarsi e veder sfumati tutti i sogni… ma voglio lo stesso mettere qualche buon proposito per vedere tra 365 giorni quanti ne avrò completati (nel mio lavoro di responsabile qualità si chiama “piano degli obiettivi”)

  • Fare molte più giri “fuori porta” (approffittando del gancio traino e del porta bici che sta arrivando non ho piú la scusa del trasporto)
    • Tornare in Alta Venosta (Laces, Goldrano) dove non sono mai andato da elettrico
    • Vedere zone dolomitiche nuove
    • Andare sul Garda (Baldo, Altissimo, Punta Larici) dove vengono da tutta Europa e noi che ce l’abbiamo a un’ora di macchina non ci andiamo mai
  • Fare un altro w/e lungo di ride & food come quello toscano di quest’anno
  • Fare con Silvia l’Eroica Tour nel Senese
  • Migliorare la tecnica (magari con un corso)
  • Non farmi male :-)

BUON ANNO E BUONE PEDALATE!

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